La questione di fiducia posta dal Governo Letta sul D.L. "Fare" ha di fatto impedito la discussione e l'esame delle proposte che avrebbero potuto rendere migliore il testo.
Il D.L. è stato così licenziato dalla Camera nella sua formulazione originaria, con pochissime integrazioni proposte dalle commissioni.
Con una di queste è stata però accolta una nostra proposta (contenuta nel comma 4 dell'art. 1 del testo approvato dalla conferenza dei sindaci) e diretta a impedire il "fermo" di beni mobili strumentali all'attività di impresa o alle professioni.
La Camera ha infatti approvato la seguente modifica dell'art. 86 del DPR 602/1973: "m‐bis) all'articolo 86, il comma 2 è sostituito dal seguente: «2. La procedura di iscrizione del fermo di beni mobili registrati è avviata dall'agente della riscossione con la notifica al debitore o ai coobbligati iscritti nei pubblici registri di una comunicazione preventiva contenente l'avviso che, in mancanza del pagamento delle somme dovute entro il termine di trenta giorni, sarà eseguito il fermo,senza necessità di ulteriore comunicazione, mediante iscrizione del provvedimento che lo dispone nei registri mobiliari,salvo che il debitore o i coobbligati, nel predetto termine, dimostrino all'agente della riscossione che il bene mobile è strumentale all'attività di impresa o della professione».
Per effetto di questo emendamento, non potranno più nei fatti essere bloccati con il "fermo amministrativo" i beni mobili registrati necessari all'attività di imprese agricole, industriali, commerciali e artigiane, quali mezzi di trasporto di persone, merci e produzioni e mezzi funzionali alla produzione, quali trattori ed altre apparecchiature. In proposito, l'Assessore alla Trasparenza del Comune di Vittoria e delegato dalla Conferenza dei Sindaci, Piero Gurrieri, ha dichiarato: "Esprimo una moderata soddisfazione per questa innovazione, che consente alle imprese, ed in particolare a quelle di minime dimensioni, di non essere più soggette ad una procedura irragionevole e perfino odiosa, che fin qui le ha private della disponibilità dei mezzi essenziali per la prosecuzione dell'attività imprenditoriale. Ora la palla passa al Senato, che mi auguro possa apportare ulteriori e più incisive integrazioni, nel senso da noi richiesto, ad un testo i cui limiti sotto sotto gli occhi di tutti. In ogni caso, il nostro impegno non si ferma e, all'indomani della pubblicazione della legge di conversione del D.L. "Fare", ci riuniremo per capire quali convergenze politiche possono determinarsi per consentire l'approvazione di tutto il nostro pacchetto".
Nessun commento:
Posta un commento