CITTÀ
DI VITTORIA
CONFERENZA
DEI SINDACI
per
la presentazione di una proposta di legge recante “disposizioni in
tema di pignorabilità della prima casa e dei beni mobili e immobili
strumentali all'esercizio di imprese, arti e professioni e di riforma
del sistema di riscossione esattoriale”
Lettera
trasmessa tramite mail
Ai
Signori Sindaci
Ai
Signori Presidenti delle Regioni
Ai
Signori Presidenti delle Provincie
Agli
Onorevoli Presidenti dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei Deputati
Agli
Onorevoli Presidenti dei Gruppi Parlamentari al Senato della
Repubblica
e,
p.c.:
Ai
Signori Segretari delle Organizzazioni Sindacali
Ai
Signori Presidenti delle Organizzazioni di Categoria e delle
Associazioni Professionali
Ai
Signori Presidenti delle Formazioni Sociali
Al
Presidente dell'A.N.C.I.
OGGETTO:
Trasmissione schema proposta di legge e ordine del giorno approvati
dalla Conferenza dei Sindaci l'11 luglio 2013 e della lettera
trasmessa al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Ill.mo
Signor Sindaco/Presidente,
mi
permetto di scriverLe su mandato di tanti Sindaci ed amministratori
di ogni parte del Paese, per sottoporre alla Sua autorevole
attenzione una proposta, precedentemente trasmessa, nella sua prima e
non definitiva formulazione, ai Sindaci e ai Presidenti di Regioni e
Provincie, che punta a riformare alcune disposizioni in materia di
espropriazioni immobiliari e di riscossione esattoriale.
Lei
ha certamente appreso della tragedia che, alcune settimane or sono,
ha investito la Città di Vittoria, travolgendo, con la morte del
Signor Giovanni Guarascio, un nucleo familiare conosciuto ed
apprezzato per la propria laboriosità ed integrità morale, ma
ponendo anche a durissima prova le “corde” più intime di una
intera Comunità.
Il
dramma di questa famiglia, coincide con quello che centinaia di
migliaia di cittadini italiani stanno vivendo nel nostro Paese, a
causa dell'incalzare della crisi ma anche di disposizioni
legislative, in alcuni casi irrazionalmente brutali, che hanno
moltiplicato disgregazione dei tessuti familiari e sociali,
determinando esclusione e marginalità. Donne ed uomini cui spesso
non si esita, per debiti anche irrisori, a sottrarre la casa o
l'immobile destinato all'esercizio di una attività economica, anche
quando costituiscano l'unico alloggio e l'unica opportunità per un
basilare sostentamento.
Profondamente
toccata, nella propria sensibilità, da questa tragedia,
l'Amministrazione Comunale di Vittoria si è subito posta il problema
del come determinare i presupposti per una riforma di alcune norme
del nostro sistema legislativo, tale da impedire, nei limiti del
possibile, che tristissime situazioni come quella determinatasi
possano ripetersi nel futuro.
Così,
è stata predisposta una proposta di legge di iniziativa popolare, il
cui testo è stato trasmesso ai Sindaci dei Comuni italiani di
maggiori dimensioni demografiche, ma anche ai Presidenti delle
Regioni e delle Provincie.
Considerate
le molte adesioni pervenute, si è quindi deciso di convocare una
assemblea informale dei Sindaci, che si è tenuta sabato 1 giugno in
Città con la partecipazione degli amministratori di decine di Comuni
prevalentemente siciliani, che hanno assunto la decisione di
costituirsi in una Conferenza di Sindaci.
Le
settimane che hanno seguito detta prima assemblea sono state
caratterizzate da un intenso lavoro. In particolare, sono state
raccolte e attentamente valutate le osservazioni trasmesse dai
Sindaci, che hanno così condotto ad una ulteriore stesura. Come, da
ultimo, sono state approfondite le riforme recate, in questa materia,
dall'art. 52 del Decreto Legge 69/2013 varato dall'attuale Governo,
il cui sopraggiungere ha determinato la necessità di una ultima
stesura della nostra proposta, che è stata definitivamente approvata
dalla Conferenza dei Sindaci in occasione della recente sua seduta
tenutasi l'11 luglio 2013.
In
questa ultima assemblea, i Sindaci hanno approvato all'unanimità un
Ordine del Giorno, che allego alla presente (cui è unito lo schema
finale della nostra proposta, redatta in n. 11 articoli), dandomi
mandato, in qualità di estensore della stessa proposta, di
trasmetterlo, unitamente al predetto schema, all'attenzione del
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, dei Membri del Governo
competenti per materia, dei Presidenti della Camera dei Deputati e
del Senato della Repubblica e ai Presidenti delle Commissioni
permanenti, competenti per materia, di entrambi i Rami del
Parlamento. Trasmissione cui si accompagna la richiesta di
fissare le date per una o più audizioni
urgenti, da tenersi comunque entro il corrente mese di luglio 2013,
in modo che i Sindaci possano illustrare agli autorevoli
Interlocutori, la necessità, da tutti loro condivisa, che le norme
contenute nella proposta come sopra definita siano integralmente
recepite in sede di conversione in legge del predetto D.L. n.
69/2013.
La
Conferenza dei Sindaci ha inoltre deciso di trasmettere lo schema
finale, unitamente al citato Ordine del Giorno, a tutti i Sindaci, i
Presidenti delle Regioni e delle Provincie e ai gruppi parlamentari
della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica perchè possa
essere attivata la massima informazione, perchè la proposta possa
essere condivisa e, se ritenuta, fatta propria e perchè i
rappresentanti degli Enti citati possano anche valutare l'opportunità
di un proprio intervento alle audizioni come sopra richieste; ed
ancora, per conoscenza, alle organizzazioni sindacali e di categoria,
alle associazioni professionali e ai rappresentanti delle formazioni
della società civile.
La
Conferenza dei Sindaci si è infine riservata, all'esito del percorso
tracciato, qualsiasi decisione in merito alle iniziative da
intraprendere, anche in relazione a una possibile apertura dell'iter
di cui all'art. 71 della Costituzione, che, al momento, è stato
accantonato prima di tutto per ragioni di sensibilità istituzionale,
dato che è prossimo l'esame da parte del Parlamento delle
disposizioni di cui al predetto art. 52 del Decreto Legge 69/2013,
comunque sintomatiche di una sensibilità per le problematiche che ne
formano oggetto.
Rinviando
ogni ulteriore approfondimento alle audizioni, che sono certo saranno
fissate in tempi compatibili con le esigenze illustrate, desidero fin
d'ora esternarLe la nostra condivisione di massima, ferma
l'opportunità delle integrazioni contenute nella nostra proposta,
per la quasi totalità delle disposizioni recate dal citato art. 52
(co. I, lett. da a) a d) e da e) a l), co. II e III), che riteniamo
rispondere all'apprezzabile tentativo di riformare il meccanismo di
riscossione esattoriale.
Contemporaneamente,
i Sindaci hanno espresso la propria delusione per alcune omissioni e
lacune, peraltro sottolineate, fin dalla pubblicazione del D.L.
69/2013, da rappresentanti dei Comuni e delle organizzazioni
professionali e sindacali.
In
particolare, appare deludente che il Governo si sia limitato ad una
riforma, peraltro parziale, del sistema di riscossione, senza
accompagnarla con un intervento normativo capace di incidere, quanto
meno in alcune situazioni limite e senza per questo demolire le
fondamenta del sistema creditizio, sui meccanismi di espropriazione
immobiliare promossi dalle aziende e dagli istituti di credito e
dagli intermediari finanziari.
Deludente,
che l'impossibilità per l'agente di riscossione di "dar corso",
al ricorrere dei presupposti indicati, all'espropriazione dell'unico
immobile di proprietà del debitore adibito a uso abitativo non si
sia accompagnata a misure dirette a sancire barriere analoghe per gli
immobili strumentali all'esercizio di un mestiere, di un'arte o di
una professione, per utilizzare termini tecnici.
Risulta,
ancora, paradossale che, mentre ben può essere sottratto, ricorrendo
le condizioni descritte, ad una procedura di espropriazione promossa
dall'agente di riscossione un immobile destinato ad abitazione di
ingente valore di mercato, non si sia ritenuto di stabilire uno
sbarramento analogo, anche nei confronti del predetto agente di
riscossione, per gli immobili prima citati, anche quando si tratti
degli unici beni necessari per l'esercizio di una attività economica
e anche quando siano su tale esercizio si fondino le possibilità del
debitore e del suo nucleo familiare di sopperire ai propri elementari
fabbisogni di sussistenza.
Come
pure, appare deludente l'assenza di interventi normativi mirati con
riferimento ai beni mobili strumentali all'esercizio delle attività
economiche, che, allo stato attuale del sistema, possono continuare a
formare oggetto di espropriazione, concorrendo a determinare la
paralisi di comparti posti a durissima prova dall'attuale
congiuntura.
Appare
ancora sorprendente che non si sia ritenuto di riformare il sistema
delle espropriazioni, in particolare immobiliari, prevedendo la
necessità del possesso di requisiti morali e di ordine pubblico in
capo ai soggetti che intendano partecipare alle aste pubbliche.
Sorprendente, in quanto in questi anni le inchieste condotte da molte
Procure hanno dimostrato come le aste siano anche frequentate da
soggetti e gruppi criminali, mentre è l'esperienza a dare atto della
concomitante partecipazione di soggetti e gruppi che, seppure non
legati alla criminalità, sono dediti a pratiche spregiudicate e
dirette a lucrare sui drammi altrui.
Lascia
infine quanto meno perplessi l'attuale meccanismo che, per i debiti
contratti nei confronti dell'erario, garantisce a tutti i soggetti,
indistintamente, di accedere, nelle ipotesi contemplate, della prima
casa, al “blocco” delle procedure espropriative, non distinguendo
tra quanti hanno assolto correttamente i propri obblighi nei
confronti dello Stato (o, pur avendolo fatto in passato, sono in
seguito stati impossibilitati a farlo per situazioni indipendenti dai
propri intendimenti), e quanti hanno sempre eluso i superiori
obblighi di cittadini, commettendo anche reati ed essendo per questo
condannati. Ciò non è eticamente accettabile e le condizioni per
l'accesso ai benefici sono, a nostro parere, da riformulare.
Signor
Sindaco, Signor Presidente, i Sindaci che hanno partecipato a questa
fatica non hanno atteso il Decreto Legge 69/2013 per mobilitarsi.
Lo
hanno fatto con una proposta realistica, che non intende suscitare
facili consensi, ma aggredire i nodi di un sistema in parte iniquo
con strumenti equilibrati e soluzioni praticabili.
I
Sindaci non hanno inteso enunciare principi astratti, ben coscienti,
ad esempio, che una ipotetica e
generale declaratoria di impignorabilità delle abitazioni o degli
immobili strumentali all'esercizio d'impresa sarebbe stata
equivalente a una sostanziale immunità per i debiti contratti dai
cittadini nei confronti degli istituti di credito o dell'erario,
debiti che, pertanto, avrebbero potuto rimanere inadempiuti senza
conseguenze di sorta sui patrimoni dei debitori. Ipotesi decisamente
scartata in quanto, oltre a risultare eticamente inaccettabile,
condurrebbe con estrema probabilità a distorsioni sui comportamenti
di quanti potrebbero essere indotti a organizzare il proprio
patrimonio su prime case inattaccabili, ma anche sul mercato del
credito.
Per
questo, gli sbarramenti posti, nella nostra proposta, agli istituti
di credito per quanto attiene l'espropriazione su abitazioni e
immobili “strumentali” è limitato a ipotesi residuali, e
accompagnato dall'esigenza di mantenere inalterate le garanzie
concesse ai predetti enti, tramite un meccanismo di conversione
automatica dei contratti in essere in prestiti vitalizi ipotecari,
istituto creato dal Legislatore statale nel 2005. Si aggiunga che, a
nostro parere, potrebbe essere nell'interesse dello stesso sistema
bancario sostenere questa misura.
Come
infatti noto, l'incalzare della crisi e la riduzione di liquidità,
unite a considerazioni di ordine psicologico che hanno rallentato i
consumi e indotto decisioni di prudenza, stanno rallentando la
tempistica di aggiudicazione degli immobili posti all'asta e il
risultato delle medesime aste non copre odiernamente se non una parte
ridottissima del credito per la cui realizzazione si procede.
Circostanze che rendono quindi evidente come un sostanziale
differimento, limitato ad alcune categorie di beni e a delimitate
categorie di soggetti, possa risultare compatibile anche con le
legittime aspettative degli attori del sistema del credito.
Queste
sono le ragioni che ci hanno indotto a formulare la nostra proposta,
che, siamo certi, sarà da Lei utilmente considerata. Ci piace
pensare che la proposta che, con fatica, abbiamo definito, che si fa
carico delle problematiche sopra illustrate ipotizzando possibili
soluzioni, e che trasmettiamo alla Sua attenzione per una comune
condivisione, non appartiene solo a quanti hanno partecipato fin qui
alle assemblee.
Ci
piace pensare che essa appartenga a quanti in questi anni, dalla
società civile, dal sindacato, dalle associazioni professionali e di
categoria, si sono battuti per un sistema più equo; a quanti sono
stati e sono travolti da una congiuntura drammatica e a causa di ciò,
dopo anni di comportamenti virtuosi, non sono più in grado di
onorare un debito nei confronti dello Stato o di un istituto
bancario. Certamente, essa appartiene anche ai Sindaci, ai Presidenti
di Regioni e Provincie, agli amministratori delle metropoli come dei
comuni medi e periferici che non possono sostenere il peso morale
dei tanti drammi che accompagnano la vita della propria gente, non
disponendo neppure delle risorse per far fronte alle necessità
abitative e all'assistenza economica di centinaia di migliaia di
famiglie costrette alla marginalità e all'esclusione sociale, e
sospinti in alcuni casi all'autodistruzione.
Per
questo, siamo fiduciosi che tanto il Presidente del Consiglio (la
lettera indirizzata al quale allego alla presente, omettendo per
sinteticità quelle analoghe trasmesse alle altre Autorità), in uno
con il Governo e con gli altri destinatari contemplati nell'Ordine
del Giorno approvato e parimenti allegato, sapranno accogliere il
nostro appello e consentirci di esporre le nostre ragioni.
Naturalmente,
non appena fossero fissate le date delle audizioni richieste, le
stesse saranno immediatamente comunicate alla Sua attenzione tramite
mail, in modo che, se ritenesse opportuno, potrà parteciparvi.
Nelle
more, La informo che è stato attivato un Blog
(cimettolafirma.blogspot.com) dedicato alla nostra proposta. Le sarei
infine grato se, in caso di sua condivisione, fosse così gentile da
darcene riscontro per mail o telefax ai recapiti indicati nella
presente.
RingraziandoLa
anticipatamente, e in attesa di gradite Sue, Le porgo, a nome prima
di tutto della Conferenza dei Sindaci ed anche mio personale
Distinti
Saluti
L'Assessore
alla Trasparenza
delegato
dalla Conferenza dei Sindaci
(Avv.
Piero Gurrieri)
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